Durante il
raffreddamento/solidificazione di una lega, si formano cristalli
più o meno grandi. Tutte le tecniche che permettono la
formazione di grani più piccoli, sono da considerarsi metodi di
affinazione.
L’affinazione permette di migliorare le caratteristiche
meccaniche e complessive del getto come la riduzione delle
cavità da ritiro.
L’affinazione può essere ottenuta in due modi:
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Controllando e facilitando il raffreddamento del getto
partendo dalla superficie di contatto con lo stampo (nella
formatura in sabbia o a verde, si applicano i
raffreddatori). In questo caso l’affinazione è discreta
vicino alla superficie a contatto con lo stampo e tende a
peggiorare man mano che ci si sposta in profondità. Può
essere sufficiente nei casi in cui i getti hanno spessori
sottili e costanti.
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Aggiungendo specifici elementi (Ti e B) alla lega. In questo
caso il trattamento è omogeneo in tutti i punti del getto.
L’aggiunta del titanio e del boro ha un ruolo determinante
per avere un trattamento efficace.
L’elemento
principale è il Ti che, legandosi con l’alluminio, forma piccole
particelle che favoriscono la germinazione. Un altro elemento
fondamentale è il B che con il Ti forma il TiB2. Opportunamente
distribuito nel bagno favorisce anch’esso la germinazione.
L’affinazione con Ti e B consente la riduzione del grano
indipendentemente dalla velocità di solidificazione del getto
(getti con spessori diversi, hanno velocità di solidificazione
più o meno elevate). Queste particelle hanno una densità più
alta di quella dell’alluminio, quindi tendono a depositare sul
fondo dei crogioli e dei forni d’attesa a riverbero.
Il
trattamento di affinazione deve essere eseguito bene e gestito
meglio. Come detto sopra, i composti del Ti e del B, sono più
pesanti dell’alluminio ed a lungo andare, formeranno un deposito
sul fondo dei forni. Ogni fonderia, in funzione della tipologia
dei propri forni, delle quantità e produzioni, deve scegliere
quale accorgimento adottare per evitare che questo deposito
generi problematiche qualitative e scarti anche durante le
lavorazioni meccaniche dei getti prodotti.
In poche
parole o si evita la formazione di questo deposito mantenendo in
sospensione il TiB2, oppure si lascia il deposito sul fondo
evitando di agitare il bagno per non riportare in sospensione
grandi quantità di particelle già depositate.
L’affinazione può essere fatta con leghe madri o con opportune
miscele di sali contenenti fluotitanato e fluoborato. Un dato
molto importante è la quantità di Ti e B da aggiungere. E’
sconsigliato superare i valori di 0,18% di Ti e 0,004% di B.
I sedimenti
possono essere rimossi pulendo accuratamente i forni ma il
rischio rimane la presenza di TiAl3 sottoforma di placche
all’interno dei getti.
L’aggiunta
del solo B può essere fatta per “eliminare” alcuni elementi
indesiderati. Il B ha affinità nei confronti del Ti, del Cr e
dello Zr formando con essi i relativi boruri che precipitano sul
fondo.
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